Da 1455845@aruba.it il
14/10/2007 1.09
su rai tre, ho assistito ad una scenetta fra due ignoranti e microcefali, dunque giornalisti.
lui è un imbecille, che si fa passare per storico della musica, mentre lei una cretinetta con la montatura degli occhiali colorata.
l'imbecille informava la cretinetta che pavarotti "non conosceva la musica".
è chiaro che l'imbecille voleva dire che il famoso tenore non conosceva la notazione musicale.
ora, persino un giornalista dovrebbe capire che l'espressione "non conosceva la musica", detto di qualcuno che legge poco e male la scrittura musicale, è impropria.
il tentativo di fissare i suoni sulla carta, ha una storia plurisecolare ma, anche adesso, non si è vicino alla musica come, ad esempio, un testo è vicino al teatro.
e qualsiasi uomo di teatro potrebbe confermare che, con una scenografia adatta ed un determinato tono di recitazione, si può capovolgere il significato di ogni testo.
carmelo bene era un maestro in questo, prima di andare a fare il lecchino dagli agnelli, come aveva sempre desiderato.
la notazione musicale è forse il più bel regalo dell'europa al resto del mondo, ma come si può affermare che degli asiatici come ravi shankar o triloki gurtu "non conoscono la musica"? e i grandi musicisti jazz? art tatum, erroll garner, dave brubeck, lionel hampton, billie holiday, ella fitzgerald, django, wes montgomery, chet baker eccetera eccetera..." non conoscono la musica"? ma magari tutti gli insegnanti di solfeggio la conoscessero quanto loro... ciò che l'imbecille non coglie, è che la scrittura musicale è la mappa non il viaggio. Il viaggio pretende sangue, sudore, lacrime e quel mistero che si chiama arte. e tutto questo non è riportato dalla mappa.