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Autore: 1455845@aruba.it Creato: 06/07/2006 16.59
Possibilmente parliamo di jazz...

Da 1455845@aruba.it il 26/10/2008 15.53

molte canzoni italiane sono famose in tutto il mondo.   probabilmente guidano la lista, 'o sole mio' e 'torna a surriento' .... il testo inglese, necessario per una diffusione planetaria, è stato spesso cambiato ma, recentemente, 'o sole mio' si è assestata sul testo scritto per elvis presley cioè 'it's now or never'.   presley ha inciso anche 'torna a surriento' con il titolo di 'surrender', ma non ha avuto uguale fortuna. questa canzone è più facile trovarla con il titolo 'come back to sorrento'.... ambedue le canzoni possono vantare qualche incisione jazz       un'altra grande canzone italiana amata in tutto il mondo è 'mattinata' di leoncavallo... per il mondo di lingua inglese 'you're breaking my heart'... il testo italiano, dello stesso leoncavallo, è eccellente e rappresenta un amante che invita la sua bella a svegliarsi per corrisponderlo. mentre nel testo inglese, chi parla è un amante abbandonato... non è stata notata la gioiosa attesa che disegna leoncavallo, peccato...              ancora bisogna parlare di 'dicitincelle vuie', che dalla ha derubato con 'caruso'..., il testo originale di questa splendida canzone narra lo stratagemma di un innamorato che, per sondare l'animo dell'amata, si finge innamorato della sua amica. per tutta risposta, la ragazza scoppia in lacrime e l'uomo (un pò perverso... o no?) le rivela il suo amore.   è possibile che il giochetto non era gradito agli emigranti italiani, nel testo inglese, 'just say i love her', parla un ex-amante che dice a qualcuno, 'dille che l'amo, che sono pentito di averla lasciata e che vorrei tornare da lei'.

Da 1455845@aruba.it il 03/10/2008 16.47

fra gli standard jazz di origine italiana va elencato 'Avalon', un brano composto dal mitico Al Jolson ed amato soprattutto dai musicisti del periodo swing.  questo perchè Giacomo Puccini, il grande operista italiano, accusò di plagio autori ed editori e vinse la causa.  Il tribunale americano gli riconobbe 25 mila dollari di diritti che, nel 1920, dovevano essere qualcosa... l'inciso dello standard riporta chiaramente una famosa aria della 'Tosca'.

Da 1455845@aruba.it il 02/09/2008 18.41

leggendo ed ascoltando helene Grimaud ( versione francese dell'originale cognome: Grimaldi), mi è venuta in mente diane Krall.....ambedue bionde con gli occhi azzurri, rappresentano benissimo la prima, il grande concertismo classico e la seconda, il jazz più elegante....ma guardando più da vicino, si nota che la prima è una esponente dell'upper class e la seconda una brava ragazza di provincia..... sembra l'ennesima prova che il jazz è la musica d'arte degli altri, degli esclusi e, si badi, il primo a dirlo è stato Django, l'insuperato chitarrista tzigano....ma non vorrei che ciò suonasse, in qualche modo, negativo nei riguardi della Grimaud: è bravissima ed i suoi libri sono eccellenti....riprenderò questo tema...

Da 1455845@aruba.it il 24/07/2008 19.03

c'è un'arte nell'esibirsi, dove più che la tecnica strumentale o vocale, conta la capacità 'animale' di imporsi. il magnetismo o come lo vogliamo chiamare però non cancella un dato oggettivo di conoscenza musicale o strumentale. per dirlo in un altro modo, ci sono artisti che hanno la capacità di coinvolgere un pubblico senza sapere fare molto... nel pop la cosa è molto comune, ma questo non può cancellare gli evidenti limiti musicali e strumentali... elton john è perfetto così com'è, ma quanti pianisti suonano meglio di lui?... è offensivo notare i suoi limiti pianistici? e perchè mai?... d'altro canto, mi sembra evidente che invece di lodare chi ha successo, è preferibile spendere qualche parola per grandi artisti che non hanno goduto di uguale riconoscimento... insomma, preferisco parlare di jimmy raney e non di qualche eroe della chitarra che guadagna in un mese ciò che raney ha guadagnato  in una intera vita...

Da 1455845@aruba.it il 25/06/2008 16.21

essere mitomani a 15 anni è giusto e comprensibile,  da 20 anni in poi essere mitomani significa essere
perfettamente imbecilli.   In una classe di conservatorio, che è sicuramente un uditorio selezionato, anche dopo la riforma di letizia moratti, notai sorpresa quando riportai cose che sanno tutti in gran bretagna. e cioè che in  molte incisioni dei beatles  non è ringo starr il batterista, ma bernard purdie; che il pianista è sempre billy preston e che gli assoli di chitarra spesso non sono di george harrison, ad esempio, quello di "something" è di eric clapton; mentre george martin non è il produttore, ma l'arrangiatore ed orchestratore. t.s. eliot sosteneva che l'essere umano non può sopportare troppo realtà... e forse per questo va avanti a miti... tornando a noi, ornette coleman non sa suonare il violino... quello che tenta di fare è simile a ciò che ha tentato keith jarrett in "spirits" con il sassofono ed altri strumenti: fare musica senza tecnica strumentale..... in arte il procedimento risale alla pittura, cioè dipingere senza tecnica pittorica, ad esempio facendo colare liberamente la pittura sulla tela, e dalla pittura esce il termine naif... intellettualmente la cosa può interessare, come interessa qualsiasi tentativo di musica aleatoria, ma questo non cambia lo stato delle cose:
ornette è un grande del jazz, ma non sa suonare il violino.punto.

Da 1455845@aruba.it il 07/06/2008 9.46

ieri ho ascoltato un concerto jazz nella palestra di una scuola. L'acustica era semplicemente offensiva ed il fonico un incompetente. E questo è nella normalità, poi c'era una buona sezione ritmica, mentre due degli strumentisti a fiato erano la dimostrazione che, in italia, i sassofonieri ed i trombettieri non sanno nulla di armonia. Mi sono chiesto spesso come mai i sassofonieri ed i trombettieri possano fare una carriera senza sapere cosa sia una progressione armonica. Forse è la mancanza di visualità dei loro strumenti: alla batteria, contrabbasso, chitarra, pianoforte, violino eccetera, si vede che non sai suonare. Per questo ai vari cocciante, dalla, conte, cutugno nascondono la tastiera: per non fare vedere il loro approccio elementare. Per questa stessa ragione si è riusciti a fare smettere di suonare il violino ad ornette coleman, fermo restando che quest'ultimo ha idee melodiche di tipo superiore anche se è un naif. Ho conosciuto chet baker, è vero che leggeva poco e male, ma se si sedeva al pianoforte, poteva eseguire la progressione armonica di centinaia di standards a memoria. Vorrei sapere quanti sassofonieri e trombettieri italiani saprebbero farlo anche solo per una ventina di brani. 

Da 1455845@aruba.it il 19/05/2008 17.00

i grandi strumentisti jazz spesso non sono buoni compositori di temi ovvero di canzoni su cui improvvisare. i discografici vogliono materiale originale per incassare il più possibile, ma spesso varrebbe la pena di opporsi ed incidere brani già esistenti, ovviamente, ricostruendoli secondo la propria visione musicale. è questa la grande lezione dei grandi del passato che hanno sempre inserito qualche propria composizione nell'incisioni o nei concerti, ma non hanno mai preteso di comporre tutto il loro repertorio. suonare e cantare un brano già esistente significa segnalare ciò che amiamo e che ci lega all'ascoltatore.

Da 1455845@aruba.it il 30/04/2008 1.35

una allieva mi ha scritto che, alla fine di un lavoro commerciale, si sente intimorita pensando al proprio futuro. Posso capirlo perfettamente: il musicista jazz, in italia. lavora solo se ha dietro un plutocrate, un politico o un esponente del clero. Tutti gli altri, circa il novanta per cento, devono offrire la loro abilità strumentale nel campo della musica commerciale oppure dedicarsi all'insegnamento. L'imperativo è sempre lo stesso: 'conosci te stesso'. Può darsi che fare il galoppino ad un politico, un plutocrate o un vescovo, ti sia congeniale. Così come è possibile che stai bene e ti diverti a suonare con gli esponenti della canzone commerciale e che, invece, trovi frustrante l'insegnamento. Bisogna capire cosa è giusto per sè stessi. Conosco tanti musicisti che fanno altri lavori, per avere la libertà di suonare solo ciò che piace a loro. Altri hanno fatto scelte diverse. Escludendo i raccomandati, dei quali ho già detto, le migliori carriere le ho viste fare a chi ha saputo giostrarsi fra il jazz, la classica, la musica commerciale e l'insegnamento. Ma più del talento, la preparazione e la versatilità, conta la capacità di allacciare e mantenere il rapporto con chi può dare lavoro. 

Da 1455845@aruba.it il 04/04/2008 8.52

la prima contaminazione della storia del jazz è stata l'orchestra, che è antitetica al pensiero del musicista jazz. Questi vuole essere considerato un concertista - compositore - improvvisatore, mentre l'orchestra ha bisogno di strumentisti ubbidienti ed allineati, ovvero degli orchestrali. Quando John Coltrane accetta di suonare con Earl Bostic, lo fa per guadagnare qualche soldo, non certo per esprimersi. Ed anche se si chiama John Coltrane, nel momento che fa l'orchestrale, è uno strumentista e non un musicista jazz. Molti musicisti jazz per garantirsi un futuro, ed una pensione, hanno accettato di fare parte di una orchestra, come quella della rai . Spesso hanno smesso di suonare jazz, altre volte hanno resistito, ma il loro unico obiettivo era di passare una serata diversa, imitacchiando qualche incisione particolarmente gradita. Il jazz autentico vuole tutti comprimari e questo è possibile dal solo fino al sestetto. Dal solo pianoforte di Jerry Roll Morton a quello di Keith Jarrett, dal sestetto di New Orleans a quello di Benny Goodman, da quello di 'Kind Of Blue' ai sestetti di oggi ed ovviamente in mezzo ci sono il duo, il trio, il quartetto ed il quintetto.        L'orchestra è, e rimane, una contaminazione amata dai plutocrati, politici e cardinali, per ovvie ragioni.

Da 1455845@aruba.it il 06/03/2008 12.52

il problema con i giornalisti che scrivono di jazz è che, essendo impreparati, contribuiscono ad alimentare l'ingiustizia che regna in questo piccolo mondo. ovviamente si può obiettare che comunque contribuiscono a diffonderlo presso il pubblico più grosso... bisognerebbe stabilire se è maggiore il 'pro' o il 'contro'... resta però insopportabile qualcuno che si esprime dicendo "la migliore sezione ritmica dell'universo" ed altre scemenze da bar dello sport...