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08/07/2011 10.33
Frank Signorelli, Dick Gasparre e Frank Paparelli sono tre pianisti di diversa collocazione e concezione musicale.
Frank Signorelli (1901 – 1975) è stato una figura importante nel passaggio dal jazz tradizionale allo swing, cioè della prima evoluzione del linguaggio jazz.
Signorelli ha suonato con tutti i personaggi di questa evoluzione ed ha anche composto dei brani che dichiaravano una certa posizione culturale: “Caprice Futuristic”, “Tempo De Modernage”. Ma ovviamente il Jazz lo ricorda per le sue canzoni, tre delle quali sono fra gli standards più incisi nella storia di questa musica.
“A Blues Serenade” è il primo titolo che vanta centinaia d’incisioni, fra cui basterà ricordare Duke Ellington, Glenn Miller e Sarah Vaughan.
Se vi sembra poco, potete scegliere fra un diluvio di altri nomi.
Diluvio inevitabile con il secondo titolo: “ I’ll Never Be The Same”.
Lo trovate nell’incisione di Louis Armstrong con Oscar Peterson, poi, Mildred Bailey, Nat King Cole (versione strumentale), Ella Fitzgerald, Stan Getz, Stephane Grappelli, Benny Goodman, Coleman Hawkins, Woody Herman, Billie Holiday, Lee Morgan, Django Reinhardt, Buddy Rich con Lionel Hampton, Artie Shaw, Frank Sinatra, Art Tatum, Sarah Vaughan, Teddy Wilson, Diane Krall, eccetera, eccetera.
Il terzo titolo, “Stairway To The Stars” è la canzone più amata di Frank Signorelli.
Il grande pianista Bill Evans l’ha incisa più volte in trio e poi insieme al chitarrista Jim Hall in un album che fece sensazione. Tutti i cantanti l’hanno incisa almeno una volta.
Detta canzone che, fra l’altro, si ascolta nel film ‘A Qualcuno Piace Caldo’, vanta migliaia di versioni.
Fra le canzoni dimenticate di Signorelli, mi permetto di segnalarne quattro che non meritano questo oblio: “Anything”, “Deep Harlem”,“No One Can Take Your Place” e “You Can’t Cheat A Cheater”.
Dick Gasparre, cognome pugliese, è stato un pianista di sottofondo, quello che, negli Usa, viene chiamato ‘cocktail pianist’ o ‘society pianist’.
Lavoro molto più elegante e, soprattutto, molto più rispettato del nostro ‘piano bar’, dove il povero musicista è considerato un servo un po’ cretino…..
Gasparre, di cui si sa molto poco, ha composto una delle più raffinate canzoni del repertorio jazz: “I Hear A Rhapsody”, che fa parte dell’incisione di Bill Evans e Jim Hall di cui si è parlato.
Questa canzone vanta incisioni dai più grandi musicisti di tutti i tempi: Louis Bellson, Art Blakey, Dave Brubeck, John Coltrane, Chick Corea, Erroll Garner, Benny Goodman, Zoot Sims, George Shearing, Keith Jarrett e così via.
Frank Paparelli (1917-1973) è stato un pianista che ha lavorato soprattutto in campo editoriale. Paparelli ha trascritto tutti i musicisti in auge fra lo swing ed il bebop: da Art Tatum a Charlie Parker. Ed ha composto molti brani insieme a vari musicisti, i più famosi sono due scritti con Dizzy Gillespie: “Blue ‘N’ Boogie” e “ A Night In Tunisia”.
Gillespie ha precisato che di questo ultimo, Paparelli ha scritto solo l’arrangiamento.
L’arrangiamento di un brano è cosa vecchia quanto la musica.
Quando la notazione musicale era ancora in stato embrionale, tutto era ‘arrangiato’.
Quando la scrittura cominciò ad avere un senso, J.S. Bach ‘arrangiò’ nove concerti di Vivaldi. Franz Liszt ‘arrangiò’ tutto ciò che sentiva dagli altri. Ravel ‘arrangiò’ per orchestra i ‘Quadri di una Esposizione’ e cosi via.
Nella canzonetta commerciale, l’arrangiamento è tutto. Data l’assoluta ignoranza musicale degli eroi della canzonetta, gli arrangiatori dovrebbero pretendere di avere il loro nome fra gli autori.
Nel jazz, invece, l’arrangiamento è qualcosa che cambia continuamente, Un musicista tende a cambiare sempre il modo di eseguire un brano, proprio per mantenerlo interessante alle sue stesse orecchie.
Solo raramente un brano si identifica con un arrangiamento: “A Night In Tunisia” è uno di questi casi.
E’ sufficiente citare la versione dei Manhattan Transfer, con Jon Hendricks, che eseguono l’arrangiamento di Frank Paparelli alla lettera e poi Hendricks canta lo ‘stacco’ di Charlie Parker in arabo…..
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