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Inviato da: 1455845@aruba.it
15/11/2011 17.26

I musicisti jazz d’origine italiana da Nick La Rocca a Rachel Z. (Rachele Nicolazzo, genitori di Cosenza, e fresca sposa del batterista Omar Hakim) hanno contribuito e contribuiscono in maniera significativa al repertorio jazz.
Ma va distinto il repertorio jazz che comprende qualsiasi brano anche se composto dal più oscuro dei ‘performers’, dal “jazz standard”.
Il jazz standard è un brano che per desiderio di imitazione ed emulazione è conosciuto da quasi tutti gli improvvisatori jazz.
Non è un attestato di bellezza, né di originalità, ma semplicemente che la maggiore parte dei musicisti hanno memorizzato questo brano e spesso sanno eseguirlo appena viene nominato il titolo.
Nick La Rocca è stato il primo ad incidere jazz nel 1917.
Questo avvenne perché i grandi solisti neri di New Orleans si rifiutarono di incidere, temendo che tutti avrebbero potuto imitare la loro musica. Dopo il successo di La Rocca, i neri capirono che valeva la pena di darsi in pasto agli imitatori, perché ciò portava soldi e notorietà.
La Rocca ha firmato vari brani che sono legati alla sua era: “Tiger Rag”, “At Jazz Band  Ball”, “Fidgety Feet” e così via.
Di Leon Roppolo (1902-1943) si ricordano “Milenberg Joys” e “Make Love To Me”. Quest’ultima canzone diventò un successo ‘pop’ negli anni cinquanta.
Joe Marsala (1907-1978), clarinettista insigne, ha firmato un successo di Frank Sinatra: “Don’t Cry Joe”. Altri brani di successo: “You Can Never Be Back My Heart”, “Little Sir Echo”, “I Must Be Dreaming”, “And So To Sleep Again”.
Wingy Manone, canto e tromba, ha firmato  “Tailgate Ramble”.
Louis Bellson, vero nome Luigi Balassoni (1924-2009), uno dei più grandi batteristi dell’intera storia del jazz, ha composto estesamente: “Skin Deep” e “The Hawk Talks”, sono fra  i suoi brani più noti.
Il grande trombonista ed ottimo cantante Frank Rosolino (1926-1978) ha scritto un celebre standard “Blue Daniel”. Notevole il testo che ha sovrapposto a detta melodia il cantante e pianista Ben Sidran. Di Rosolino va anche ricordata “Please Don’t Bug Me”.
Un altro importante strumentista è stato Giacinto Figlia nato a Palermo nel 1924. La sua famiglia emigrò negli Stati Uniti l’anno dopo. Figlia si faceva chiamare George Wallington ed ha suonato ed inciso con tutti i grandi del suo tempo: da Charlie Parker a Dizzy Gillespie, da Lionel Hampton a Max Roach, da Gerry Mulligan a Phil Woods e così via.
Un suo brano, ‘Godchild’, fa parte di “The Birth Of The Cool” di Miles Davis. Un altro, ‘Lemon Drop’, vanta numerose versioni, ma va ascoltato nella deliziosa versione di Ella Fitzgerald.
Figlia/Wallington ha firmato anche qualche canzone per Chris Connor, una elegante cantante di jazz moderno.
Giacinto Figlia si è spento a Miami il 1993, aveva usato quel pomposo pseudonimo per evitare il cognome del padre che cantava opera lirica.
Jimmy Giuffrè (1921-2008) è stato uno dei più grandi musicisti jazz di tutti i tempi. Il suo lavoro al clarinetto sintetizza tutto il jazz dagli inizi fino all’ avanguardia.
Recentemente è stata pubblicata per intero la sua incisione insieme al Modern Jazz Quartet.
Giuffrè ha composto centinaia di brani, ma uno solo, ‘Four Brothers’, è conosciuto da tutti. Aggiungerei ‘Out Of Somewhere’. Una canzone fortemente voluta dalla tenace June Christy, che però venne pubblicata con la dicitura “autore sconosciuto” per evitare inciampi editoriali.

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