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01/01/2008 14.18
sono andato ad ascoltare un concerto di una mia ex allieva e mi sono sorbito un'ottima esibizione di jazz commerciale. il jazz commerciale è sempre esistito, da paul whiteman a glenn miller a chi vi pare..., la sua formula è semplice: ridurre o eliminare l'improvvisazione. ora, per uno che è cresciuto con 'kind of blue', 'the shape of jazz to come', 'my favorite things', 'sunday at village vanguard' e che ha per coetanei musicisti che hanno definito il jazz sinonimo di libertà, ascoltare un concerto di jazz commerciale con i suoi arrangiamentini dal gusto discutibile, è penoso. Ammetto che i musicisti erano ottimi, che i suoni erano belli, che la mia ex allieva sapeva tutto a memoria per benino, ma preferisco il jazz autentico con tutto il suo disordine ed il suono "dirty"... e soprattutto con il suo desiderio di libertà.
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