Il duo vibrafono/ pianoforte è diventato popolare dopo una prima incisione di Gary Burton e Chick Corea.
Lionel Hampton ha suonato ed inciso spesso con pianisti come Teddy Wilson, Art Tatum ed Oscar Peterson. I pianisti che hanno suonato con Milton Jackson sono un elenco di ‘Boppers’ genuini e Teddy Charles aveva fondato un ‘Prestige Jazz Quartet’ con Mal Waldron. Ma nessuno aveva pensato di suonare in duo, facendo a meno anche del contrabbasso.
Sono convinto che sia stato il duo del pianista Bill Evans con il chitarrista Jim Hall a fare partire l’idea. Ma Burton spiegò che lui e Corea avevano problemi suonando in quartetto, come avevano fatto occasionalmente, mentre in duo, tutto sembrava più chiaro e più fluido.
Certo è che la loro prima incisione, nel 1972, scatenò una lunga lista di incisioni che volevano emularla. E da allora sembra che ogni vibrafonista deve avere, fra le sue proposte, il duo con un pianista.
Mike Mainieri ha inciso ”Free Smiles” con Warren Bernhardt,, compagno musicale di una vita, e ciò curiosamente rovescia stilisticamente il duo rispetto a Burton/Corea, perché Bernhardt è vicino a Burton come concezione musicale, mentre Mainieri è anche “paisano” di Chick Corea.
Il duo Milton Jackson/ Oscar Peterson, “Two Of The Few”, era ovvio. Si tratta di ‘straight jazz’ di primo rango: Peterson può suonare in duo con chiunque e Jackson ha spesso inciso suonando da solo senza perdere nulla in swing ed espressività.
Il duo più vicino a Burton e Corea è quello di Dave Samuel ed Andy Laverne, “Fountainhead”. Sono due strumentisti eccellenti, l’incisione è godibilissima, forse un po’ troppo studiata. Un parere che si può benissimo rovesciare: magari è questo che la fa godibile.
Se si vuole andare all’estremo opposto: Walt Dickerson con Sun Ra, “Visions”.
Se qualcuno non ama il jazz modale che tocca il “free”, consiglierei questa incisione per conciliarsi con questa concezione musicale.
Ed anche per constatare che il jazz, cosiddetto d’avanguardia, spesso pesca fra la folk music ed il gioco del musicista da strada.
Ovviamente il partner di Bobby Hutcherson non poteva che essere Mc Coy Tyner. “Manhattan Moods” è un album bellissimo; del resto si tratta di grandi artisti che suonano insieme da vari decenni. Sono molto belli i brani originali e questo, bisogna convenire, non è comune.
Un’ altra incisione riuscitissima è “But Beautiful” di Kenny Barron e Joe Locke. I temi sono fra gli standards più belli che siano stati scritti ed il duo è in splendida forma.
Joe Locke ama suonare con chiunque ( dovrebbe anche esserci qualche bootleg del suo duo con Cecil Taylor), ma con Kenny Barron c’è una affinità di tipo superiore. E’ un album che qualsiasi appassionato di musica, non solo di pianoforte o vibrafono, dovrebbe avere.
Stefon Harris ha inciso con Jacky Terrasson: “Kindred”, cioè Affinità. E’ un ottimo album ma è in quartetto, escluso pochi occasionali passaggi.
Harris è considerato il più grande fra i nuovi vibrafonisti e probabilmente lo è, ma nessuna incisione sembra pienamente soddisfacente. E’ meglio guardarlo su You Tube, per esempio, quando illustra i battenti a suo nome, suonando “Bemsha Swing” e “What Is This Thing Called Love”. Harris è non solo bravissimo, ma anche divertente ed articolato.
Sempre su You Tube, si può ascoltare il duo di Christian Tamburr (ovvero Cristiano Tamburri) con Takana Miyamoto.
Lei è innamorata di Bill Evans ed è comprensibile, mentre Tamburr rifà il gioco di Gary Burton con solo due battenti e risulta, con ovvia sorpresa, convincente.
Altri duo ascoltabili su You Tube:
Ed Saindon con Dick Wittington, Ted Piltzecker con Bill Charlap, più vari duetti di musicisti giapponesi devoti alla coppia Burton/Corea.
Non ho avuto l’occasione di ascoltare Cecilia Smith con Amina Myers.
Infine va detto che Gary Burton ha suonato ed inciso spesso con il pianista giapponese Makoto Ozone che ha una duttilità stupefacente. Insieme a lui, Burton può elencare tutti i momenti della sua storia musicale.
Non ho avuto la fortuna di ascoltare Burton con Danilo Perez, mentre posseggo l’album con Paul Bley: “Right Time, Right Place”.
Qualcuno ha criticato questo cd, ma dimentica che Carla Bley e Steve Swallow appartengono alla storia di entrambi e che, comunque, si tratta di artisti che hanno scritto la storia del jazz.