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Discutiamo
di cantanti
Il profilo di alcuni cantanti jazz o avvicinabili al jazz
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Andy Bey & Mark Murphy
Andy Bey è un eccellente esempio di cantante e pianista e Mark Murphy, anche lui può accompagnarsi al pianoforte, è il più completo dei cantanti jazz.
Bey è il classico artista più facile da trovare su “You Tube”, che nelle rivendite di cd sopravvissute…
Proprio su “You Tube” c’è una sua esecuzione di ‘Stella By Starlight’, una grande canzone di Victor Young, dove non suona il pianoforte, ma si limita a cantare il tema ed improvvisare un assolo che è sufficiente per dire che siamo di fronte ad un grande dell’esecuzione jazz.
Bey è un baritono capace di cantare in falsetto, di solito proprietà dei tenori, con un timbro molto bello ed espressivo. Mentre al pianoforte sembra suonare una traccia orchestrale dove la sua Voce si sbizzarrisce a proprio piacimento.
Quando Bey aveva un gruppo che sommava alla sua voce ed al suo pianoforte, le voci di due sue sorelle; Sarah Vaughan, Carmen McRae ed altri tentarono di fargli avere un minimo di notorietà. Ma Bey era evidentemente destinato a restare un artista per pochi, pure avendo inciso con grandi come Max Roach, Horace Silver, Thad Jones e Mel Lewis ed altri.
“Ballads, Blues and Bey” inciso da solo, voce e pianoforte, è un autoritratto perfetto.
Mark Murphy è relativamente più conosciuto di Bey ed ha inciso moltissimo, girando il mondo cantando, suonando, recitando, scrivendo liriche ed insegnando. Volendo dargli dei padri artistici, viene da pensare a tutti ed a nessuno.
Murphy ha superato in tecnica vocale Mel Tormè ed ha una capacità recitativa paragonabile a Bing Crosby o Frank Sinatra. Il suo ‘vocalese’ è più ricco ed interessante di quello di Eddie Jefferson, che è il caposcuola del genere. Il suo “scat” è di primo rango, così come la scelta di repertorio e la sua progettualità.
L’unico possibile rimpianto per questo eroe del canto jazz è che nessuna delle canzoni che ha composto è diventata uno standard.
Ma Murphy ha una tale vitalità e curiosità, che probabilmente non lo nota neppure.
Nessuno può vantare, come lui, di essere andato in qualsiasi paese del mondo ed avere inciso decine di dischi con i musicisti del posto, spaziando fra tutte le forme del jazz contemporaneo.
Verrebbe da pensare al grande pianista Bill Evans, ed il limite dell’accostamento è ancora nella composizione musicale, mentre le liriche di Murphy sono fra le più usate.
In Italia, l’indifferenza del grosso pubblico ha costretto Murphy ad esibirsi solo con giovani musicisti locali e con un andamento più da laboratorio che da concerto.
Peccato, perché vedere un suo concerto significa incontrare uno dei più grandi artisti di oggi.
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